I nostri servizi, le nostre procedure e la nostra filosofia di lavoro sono il risultato della condivisione di idee da parte di professionisti provenienti da più di 9 Paesi con una vasta esperienza nel settore della riproduzione umana.
L’inseminazione intrauterina è uno dei trattamenti di riproduzione assistita di minor complessità. È, infatti, la tecnica più vicina alla fecondazione naturale. Consiste nella preparazione in laboratorio del seme, che viene iniettato nell’utero della donna mediante un sottile catetere.
L’Inseminazione intrauterina è una procedura indolore e molto meno invasiva rispetto ad altre tecniche di riproduzione assistita.
A seconda dell’origine del campione di seme, esistono due tipi di trattamento:
La IUI omologa risulta indicata quando la difficoltà nel concepimento è riconducibile a:
La IUI eterologa può essere raccomandata nei seguenti casi:
Il trattamento inizia con la stimolazione ovarica della donna che consiste nella somministrazione sottocutanea di gonadotropine, ormoni fisiologicamente presenti nel corpo della donna, che stimolano la crescita dei follicoli (all’interno dei quali si sviluppano gli ovuli).
Durante il trattamento di stimolazione ovarica, la paziente dovrà sottoporsi a periodici controlli, mediante ecografie transvaginali e prelievi ematici per analizzare i dosaggi ormonali. Il monitoraggio ha lo scopo di controllare la risposta alla terapia e programmare al meglio il momento dell’inseminazione.
È necessario preparare il campione di seme per ottenere un’ottima concentrazione di spermatozoi mobili che abbiano la capacità di fecondare l’ovulo.
È il momento in cui il campione di liquido seminale viene introdotto all’interno dell’utero della donna. Il processo si realizza nei nostri ambulatori, è una procedura rapida e indolore che non richiede alcun tipo di anestesia o sedazione.
Il test di gravidanza sarà eseguito dopo circa due settimane dall’inseminazione mediante un prelievo ematico per il dosaggio della β-hCG (Gonadotropina corionica umana). Se il risultato del test è positivo, dopo due settimane circa sarà eseguita la prima ecografia per confermare la presenza del “sacco gestazionale” all’interno dell’utero e osservare il battito del cuore del feto.
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Si ricorre alla Procreazione Medicalmente Assistita (PMA) quando non si riesce ad ottenere una gravidanza dopo circa 10/12 mesi di rapporti sessuali non protetti.
Si tratta naturalmente di un periodo indicativo che può variare in base a diversi fattori, non da ultimo l’età dei due partner: il nostro team di specialisti Next Fertility consiglia di ridurlo a sei mesi a partire dai 35 anni d’età della donna.
Sono trattamenti diversi con indicazioni diverse. L’inseminazione intrauterina è un trattamento più semplice, con un dosaggio minore di farmaci, che generalmente consiste nel coordinare l’ovulazione con la preparazione e il deposito di seme a livello intrauterino. Nell’inseminazione, la fecondazione avviene nella donna, non è necessario estrarre gli ovuli ed è più facile e veloce, sebbene presenti un tasso di gravidanza inferiore. Nelle donne di età inferiore ai 35 anni, la percentuale di successo è generalmente compresa tra il 10% e il 17%.
Per quanto riguarda la fecondazione in vitro, gli ovuli vengono estratti a seguito di un processo di stimolazione, al fine di fecondare l’ovulo con il seme in laboratorio. È un processo più complesso che richiede più tempo, sebbene offra percentuali più elevate di successo. Nelle donne con un’età inferiore ai 35 anni, la percentuale di successo è di circa il 35%, mentre in coloro che hanno un’età più avanzata, il tasso si aggira intorno al 26%.
Prima di effettuare un trattamento di inseminazione artificiale, è importante essere a conoscenza della riserva ovarica della donna, dei livelli di ormoni legati alla gravidanza come la prolattina e il TSH, e assicurarsi che l’utero e le tube siano esenti da patologie.
Le possibilità di gravidanza tramite l’inseminazione dipendono da diversi fattori, il più significativo è l’età e l’origine del campione, e se il seme utilizzato è del coniuge o di un donatore. Con lo seme coniugale, le probabilità oscillano intorno al 15% nelle donne fino a 39 anni, riducendosi all’8% a partire dai 40 anni. Con lo seme del donatore, invece, le possibilità di successo migliorano in modo significativo. Nelle donne al di sotto dei 40 anni, le probabilità si aggirano intorno al 22%, mentre in quelle al di sopra dei 40 si aggirano solitamente intorno al 10%.
In caso di terapie pregresse viene richiesto alla coppia di portare in sede di primo colloquio tutta la documentazione in loro possesso cosicché lo specialista possa valutare i trattamenti già effettuati e valutare i referti degli esami già effettuati, evitando di richiedere nuovamente determinati esami, soprattutto gli esami genetici (senza scadenza) per evitare alla coppia ulteriori costi.
Se non si dispone di nessuna di queste informazioni o non è mai stato effettuato alcun esame specifico in precedenza. Si consiglia alla partner femminile di effettuare il profilo ormonale (con prelievo ematico da effettuare tra il 2° e 5° gg del ciclo) e al partner maschile uno spermiogramma recente (3/6 mesi), questo per permettere allo specialista di conoscere il panorama clinico della coppia e poter consigliare il miglior percorso di procreazione assistita già in sede di colloquio.